GPS: dagli USA 8 miliardi di Dollari per migliorarlo
GPS e sistemi satellitari: gli USA investono fior di quattrini per ridurre i margini di errore. E Galileo dorme
Non tutti necessariamente sanno che quando attiviamo il GPS nei nostri smartphone ci colleghiamo ad un servizio che non è per niente gratuito, se non altro per gli americani: viene pagato dai contribuenti statunitensi attraverso le tasse. La cosa tutto sommato ci torna comoda, ma c’è da chiedersi: sarà sempre così? Probabilmente no, altrimenti per quale ragione gli USA avrebbero deciso di potenziare il loro sistema satellitare, investendo la bellezza di 8 miliardi di Dollari in tempi di vacche magre?
Una volta completato l’upgrade, che pare richiederà una decina d’anni di lavoro, il Global Position System sarà in grado di ridurre il margine di errore da circa 6 metri a soli 90 centimetri (non ci si sorprenda: a rendere più precisi PND e smartphone sono ingegnosi algoritmi di “aggiustamento” presenti nelle soluzioni software per la navigazione, e altre cose complicate come WAAS e EGNOS sulle quali non è il caso soffermarci). È probabile che la maggior affidabilità della localizzazione verrà sfruttata per offrire servizi avanzati, a pagamento, così come dovrebbe essere per Galileo.
A proposito: Galileo. Il sistema “GPS” europeo, il cui esordio è fissato per il 2013 (ma sono in pochissimi a crederci), è basato su tecnologie molto più moderne di quelle statunitensi, e potrà contare su 30 satelliti in orbita (contro i 24 degli americani). Galileo garantirà una precisione, teorica, che il Global Position System se la scorda, anche dopo il costoso aggiornamento: soltanto 60 centimetri.