Recensione – Dialogue FlyBook: volare senza fili.
Recensione SoloPalmari.com
Dialogue FlyBook: vivere senza fili.
Il nome è originale, ma soprattutto significativo: Fly-Book sta per ‘notebook che vola’. Il volo evoca leggerezza, libertà, indipendenza: partendo dal nome del device, attraverso un semplice gioco logico-linguistico, si arriva alla sostanza dei contenuti. Siamo difatti davanti ad un subnotebook caratterizzato non soltanto da dimensioni e peso che ne consentono una facile portabilità (volo = leggerezza), ma soprattutto dalla capacità di comunicare attraverso qualsiasi protocollo si renda necessario (volo = indipendenza): Porta infrarossi? Preistoria, ma è bene che ci sia. Usb 2.0? Diamolo pure per scontato. Pcmcia? Molti laptop ce l’hanno. Firewire? Dovuto, ma è vero che non tutti i modelli di fascia alta ne sono dotati. Modem dialup? Utile, ovunque ci sia una presa del telefono. Bluetooth e WiFi? Molto bene. Siamo lontano da reti fisiche e wireless a medio e corto raggio? Nessun problema: modulo Gsm/Gprs integrato. Il tutto in meno di un chilo e 250 grammi.
C’è un punto che è bene chiarire subito: il FlyBook sarà pure dotato di ali, ma non è tascabile, e monta il sistema operativo proprio della maggior parte dei personal computer, Windows Xp (Home Edition, nel nostro caso). Appartiene, quindi, ad una categoria idealmente ben distinta da quella dei Pda, e almeno in apparenza è poco pertinente alle pagine di SoloPalmari. Ma l’apparenza, si sa, a volte inganna. Tanto più che, grazie alle sue caratteristiche, questo subnotebook sa vestire panni sempre diversi in funzione di circostanze differenti.
Iniziamo con le specifiche, per le quali attingiamo direttamente al sito della Dialogue, l’azienda taiwanese che produce il terminale. Nella loro sintesi ci offrono subito un quadro completo ed immediato delle caratteristiche.
Sistema operativo
– MicrosoftR Windows® XP Home (disponibile anche in versione Professional)
Wireless WAN
– Gsm/Gprs, Tri Band (900/1800/1900 MHz)
Bluetooth
– Bluetooth Version 1.1
Wireless LAN(WiFi)
– 802.11b
Processore
– Transmeta Crusoe TM-5800, clock rate:1GHz
– 64K L1 Instruction Cache; 64K L1 Data Cache
– 512K L2 Write-back Cache
– NorthBridge con supporto DDR/SDR/PCI
– LongRun Technology per la gestione della batteria, SMM(System Management Mode)
Chipset
– ALi 1535+
Chipset grafico
– ATi Radeon Mobility, Built-in 16MB VRAM, VGA-out e Video-out (NTSC/PAL), supporto DirectXR 9.0
Memoria Ram
– 512MB DDR
BIOS
– Phoenix FB BIOS/512KB
Display
– 8.9″ wide-view 16:9, Tecnologia LTPS, Touchscreen
– XGA (1024 x 768) (32-bit color)
– SXGA (1280×1024)(32-bit color)
– Hi-Res 1800 x 1440 (32-bit color)
PC Card
– PCMCIA Cardbus Type-I/II
Hard Disk
– 2.5″ Ultra DMA 66/100; 40 GB
Connessioni cavo
– Modem (56K) (RJ-11)
– LAN (10/100Mbps) (RJ-45)
I/O
– 1 mini-VGA
– 1 Video-Out
– 2 USB 2.0
– 2 1394 Firewire
– 1 LAN (RJ-45)
– 1 PSTN(RJ-11)
– 1 PCMCIA Type-II Slot
– 1 microfonoauricolari
– Antenna WiFi
– Antenna Bluetooth
– Antenna WAN (Gsm/Gprs)
– 1 ingresso esterno antenna Wan
Audio
– AC 97; doppio speaker (stereo)
Tastiera
– standard, ad 80 tasti
Tasti dedicati
– Trackpoint
– due set di tasti per l’emulazione del mouse
Alimentazione
– ACPI per il Power On/Off, STR, STD e power management.
– Batteria ricaricabile a 3-cell Li-Ion, sostituibile
– Tempo di ricarica: 2 ore
Sicurezza
– BIOS/Power On/Hard Disk user name e password
Dimensioni e peso
– 235 x 155 x 31 (mm)
– 1230 grammi circa
Accessori presenti nella confezione
– Adattatore e cavo di alimentazione, cavo video Out, mini-bag per il trasporto, garanzia, licenze, manuali, Cd di recupero.
Curioso che nelle specifiche ufficiali non venga sottolineata una caratteristica molto importante del FlyBook: il display ruotabile. Il monitor, collegato al corpo centrale della macchina da uno snodo estremamente flessibile, può essere ripiegato non solo in senso verticale (360°), ma anche in direzione orizzontale (per 360°), fino a capovolgersi completamente. In questo modo la macchina può trasformarsi all’occorrenza in uno strumento di presentazione multimediale per un ridotto uditorio seduto di fronte all’operatore, o in un tablet pc piccolo e maneggevole.
Questa foto, nella quale il FlyBook è ‘a riposo’, ci offre lo spunto per considerazioni sui temi dell’estetica, della fattura, della qualità dei materiali.
Forme e dimensioni ridotte, alle quali abbiamo ampiamente accennato, costituiscono a priori un elemento distintivo e caratterizzante che condiziona favorevolmente l’immagine e lo stile della macchina. Il produttore ha voluto puntare su di un colore smagliante, forse per accentuare l’innato aspetto giovane ed aggressivo. Il look sembra però non guadagnare molto da questa scelta: probabilmente al rosso acceso avremmo preferito tonalità meno forti da porre in contrasto con i profili interni della scocca, in grigio chiaro. Il risultato complessivo ne avrebbe guadagnato in eleganza e discrezione, conservando comunque doti distintive che difficilmente lasciano passare il FlyBook inosservato.
Il rivestimento esterno del telaio è realizzato interamente in materiale plastico. L’Abs è sufficientemente rigido, ma il compromesso tra le esigenze di leggerezza e di robustezza non ci è parso del tutto centrato: in alcuni punti la sensazione al tatto non riesce trasmettere l’idea di compattezza, ed in specie sulla schiena del monitor.
Il lavoro di assemblaggio è invece di buona qualità: gli snodi, gli agganci, le giunture fra le componenti dello ‘chassis’ sono privi di sbavature e imprecisioni. Solo a poche finiture ultime, come ad esempio i gommini estetici che ricoprono i serraggi, non è stata data l’attenzione che avrebbero meritato.
Sul lato inferiore risultano evidenti, anche dalla prospettiva allargata, i piedini in gomma (preservano ampiamente la scocca da graffi e consentono una buona tenuta su superfici lisce), ed i vani per la batteria e per l’Hard Disk.
Quest’ultimo (abbiamo già letto, si tratta di un Ultra DMA da due pollici e mezzo) ha capienza e prestazioni proporzionate alle caratteristiche complessive del computer. Può essere upgradato facilmente da 40 a 80Gb con costi che, ad oggi, si aggirano attorno ai cento Euro.
La batteria possiede autonomia limitata rispetto ai notebook di ultima generazione, e la durata è fortemente condizionata dall’impiego dei protocolli di comunicazione (WiFi, Bluetooth, Gsm/Gprs). Complici gli imprescindibili requisiti di peso e dimensioni contenuti, i tempi di utilizzo continuato senza alimentazione esterna vanno dai tre quarti d’ora (con tutte le connessioni senza fili attivate, ipotesi comunque poco probabile nell’utilizzo ordinario) fino ad un ora e mezzo circa per un uso poco intensivo. Abbiamo preferito non effettuare rigorose misurazioni perché la test unit in nostro possesso ha molti mesi di lavoro alle spalle, e non abbiamo modo di verificare il grado di condizionamento che un’eventuale scarsa manutenzione delle batterie può aver causato; su di una macchina nuova, sottoposta ad alcuni cicli di carica preliminari, i benchmark avrebbero assunto dignità sufficente per essere considerati statisticamente rappresentativi.
L’ultimo sguardo alla schiena del portatile lo riserviamo agli adesivi che riportano codici, standard e specifiche; fra questi il tagliando di autenticità Microsoft testimonia la preinstallazione del sistema operativo Windows Xp Home Edition.
Grazie ad una zumata scendiamo nel dettaglio: sul fianco sinistro della base trovano posto il foro per il reset, l’interruttore di sicurezza (per prevenire accidentali accensioni), una bocchetta di areazione e il vano che ospita il pennino.
Lo stilo è in materiale plastico rigido e leggero, la cui forma appiattita garantisce buone doti di manegevolezza. La punta, sottile e resistente, ne fa un puntatore preciso ed efficace per il touchscreen.
Preparatevi ad una sintetica, ma ciononostante impegnativa carrellata delle porte I/O presenti alle spalle del FlyBook: come già risultava evidente dalle specifiche, l’elenco delle prese di ingresso e di uscita è da considerarsi quantomeno lungo.
Da sinistra: l’alimentazione, una porta modem dialup, due per l’inserimento di periferiche Usb 2.0, quindi quella destinata ad accoglliere un cavo rete Rj45. Proseguendo verso destra: Video Out, mini Vga Out, due porte FireWire (IEEE 1394), auricolari e microfono. Infine lo slot Pcmcia.
Non manca proprio nulla, se non uno slot per la lettura di Mmc/Secure Digital: assolutamente incontentabile, però, chi si senta in diritto di lamentarne l’assenza.
Tanto più che girando il mini laptop sul fianco sinistro balza subito agli occhi l’ennesima interfaccia di comunicazione: il modulo Gsm/Gprs. La feritoia accoglie Sim Card telefoniche: abbiamo provato con esito positivo gran parte dei gestori esistenti in Italia, ed è risultata persino funzionante una Usim della Tre. In questo caso, però, il protocollo 3G è risultato inattivo, impendendo la connessione dati; felicemente riuscita invece la comunicazione voce, senza dover ricorrere al roaming con Tim.
Immediatamente a sinistra il grosso tasto di accensione. Incassato, difficilmente può essere premuto inavvertitamente.
Arriviamo ad una seconda panoramica del terminale, in questo caso rivolta al profilo interno.
La scena vede protagonista naturale il monitor, dal formato wide screen. Se si eccettua una leggera visibilità dei pixel che lo compongono, il display rappresenta un punto di forza del FlyBook. Sia perché offre un ottimo grado di contrasto e luminosità, sia per la lucentezza che contraddistingue il pannello trasparente (caratteristica spesso presente nei touchscreen retroilluminati).
Settabile a diverse risoluzioni (l’abbiamo detto: fino a 1800 x 1440), non stanca la vista e non mostra segni di sofferenza in ambienti fortemente illuminati.
La tastiera Qwerty, ad 80 pulsanti, ha un layout leggermente più piccolo rispetto a quelle dei notebook ordinari, pur conservando le righe dei ‘numeri’ e delle ‘funzioni’. Se questa scelta permette di non dover scendere a compromessi con l’usabilità (non sono necessarie combinazioni per ottenere caratteri poco frequenti), per converso comporta l’inevitabile riduzione della superficie dei tasti e della distanza fra questi. Mani e dita piccole si troveranno comunque a loro agio, ma più in generale le conseguenze consistono nel dover praticare un lungo training di adattamento per superare le inevitabili difficoltà che, soprattutto per chi usa il metodo dattilografico a dieci dita, si incontrano nel passaggio da una tastiera ordinaria a questa. Nel corso delle prime esperienze capiterà spesso di digitare accidentalmente due caratteri contemporaneamente.
In alto a destra rispetto alla tastiera è incassato il trackpoint, il puntatore che la Dialogue ha preferito a soluzioni più ingombranti (come il mousepad, ad esempio). Alla sua sinistra sono posizionati i tasti per le funzioni base del mouse, ovvero il click singolo e quello doppio. A destra il pulsante ‘panning’: la sua pressione continuata consente di utilizzare il cursore sullo schermo per spostare gli oggetti selezionati.
Già dopo alcune sessioni di utilizzo il trackpoint risulta efficace e confortevole, veloce e sensibile (è ovviamente possibile regolare a piacimento i settaggi); non è affatto necessario ricorrere all’impiego di mouse esterni. Ma riguardo al suo funzionamento dobbiamo denunciare il rilevamento di alcune, temporanee anomalie prive di ragioni apparenti: nel corso di una settimana di test, in tre distinte occasioni, dopo un periodo più o meno breve di utilizzo il puntatore ha continuato a rivelare la pressione del dito nonostante fosse di fatto inutilizzato, costringendo il cursore ad una lunga deriva attraverso il display. Inizialmente siamo stati indotti a credere che si trattasse di un difetto legato alla macchina in prova: il confronto con alcuni giudizi presenti su community internazionali ci ha poi spinti a pensare, ma senza poter contare su riscontri obbiettivi, che si tratti di un diffuso bug. Il problema, fortunatamente, si risolve da solo dopo alcuni secondi.
A sinistra, tra il display e la tastiera, un secondo gruppo di tasti da usarsi in combinazione con il trackpad: possiedono le stesse funzioni di quelli appena presi in esame, e sono pensati per agevolare l’utilizzo del sistema di puntamento con due mani (la destra per spostare il cursore, la sinistra per il click e il doppio click).
Poco più a destra è visibile la griglia di uno dei due diffusori acustici stereo, disposti simmetricamente appena sotto il monitor.

Della ricca dotazione di indicatori luminosi fa parte un pannello di controllo posizionato a destra in basso rispetto al monitor. E’ composto dal led di stato dell’accensione, della batteria (il grado di carica e l’eventuale alimentazione esterna sono indicati con segnalazioni fisse o intermittenti), dell’attività dell’Hard Disk, ed infine dai tre protocolli di rete wireless. Nell’ordine: WiFi, Gsm/Gprs, Bluetooth.
Il secondo sistema di puntamento di cui è dotato il FlyBook è offerto dal touchscreen. Del pennino, ben calibrato, abbiamo già parlato. Il display rispetto a questa feature si mostra anch’esso particolarmente reattivo, pur richiedendo una pressione molto più energica di quella a cui sono abituati gli utilizzatori di pda. La caratteristica non va considerata negativamente, anzi: spesso si è portati a poggiare parte della mano sul monitor per poter tappare con maggior precisione su piccole aree dello schermo, o più semplicemente per comodità. Se la sensibilità fosse maggiore il touchscreen non potrebbe prestarsi come piano d’appoggio, perché identificherebbe il contatto con la pelle come un comando del sistema di puntamento.
Nel passare rapidamente in rassegna una serie di screenshot, ci soffermiamo ancora un istante sul sistema di puntamento relativo al touchscreen, per il quale abbiamo già manifestato un giudizio favorevole. Questo viene ulteriormente rafforzato dalla presenza di un’efficace applet, integrata nel sistema, per la gestione complessiva della funzione, per il settaggio e la modifica dei parametri, per la digitalizzazione del display (che consiste nella procedura necessaria a far coincidere il punto di pressione dello stilo sullo schermo fisico rispetto alla corrispondente inquadratura digitale).
Il pannello di controllo dei modem mette in rilievo le tre possibilità offerte per la connettività telefonica voce/dati: dialup Pstn, grazie allo SmartLink da 56K; Gsm/Gprs, legato al modulo Siemens Mc-45; Bluetooth, per sfruttare come modem esterno un cellulare dotato di interfaccia compatibile.
Wireless Prism è un altro applicativo preinstallato, pensato per semplificare e potenziare la connettività WiFi. Pochi, semplici passi sono stati sufficienti per testare con esito positivo l’accesso al Web per tramite di un access point personale e di un Hot Spot pubblico.
Nessuna difficoltà è stata riscontrata anche nel pairing tra il subnotebook e un cellulare Bluetooth, nonchè la gestione di quest’ultimo per le funzionalità dialup, grazie alla relativa applicazione preinstallata, fornita dall’azienda tedesca BVRP (Mobile Phone Tools).
Confessiamo di aver avviato i test con atteggiamento scettico nei confronti di una Cpu nominalmente poco prestante. Eppure, man mano che il subnotebook della Dialogue ha avuto la possibilità di esprimersi, i pregiudizi iniziali sono andati gradualmente scemando, fino a tradursi in un’impressione sostanzialmente positiva. Nella pratica il processore Transmeta Crusoe TM-5800, dotato di un clock di ‘appena’ 1GHz, si è dimostrato capace di affrontare qualsiasi compito gli veniva affidato, senza mostrare il benché minimo affaticamente. Merito anche di un’architettura complessiva ben equilibrata, e di moduli Ram che hanno saputo reggere per ore allo stressante test del ‘SuperPI’ (gli overclocker conoscono bene questo applicativo).
Intendiamoci: neanche per un istante ci siamo lasciati tentare dal sottoporre il sistema a benchmark delle capacità di calcolo, o l’impianto grafico a prove estreme attraverso l’impiego di emulatori di giochi 3D. Niente di tutto ciò avrebbe avuto senso su di una macchina pensata per affrontare senza timori anche i più impegnativi lavori, ma limitatamente alla gestione di documenti Office, presentazioni, navigazione Web. Non che non si possano usare produttivamente proprammi complessi, come quelli per l’editazione di grosse immagini o, addirittura, per il montaggio video digitale; ma non è certo questa la vocazione del FlyBook. Come, d’altra parte, di qualsiasi computer portatile (se si eccettuano modelli high end estremamente costosi).
L’avvio di Windows Xp risulta sufficientemente veloce, l’apertura contemporanea di documenti anche molto complessi per nulla difficoltosa, sempre che i tempi vengano confrontati con quelli dei laptop entry level dotati di Cpu Intel. Un buon compagno di lavoro, in definitiva, da considerarsi però più come un’estensione del ‘desktop’ di casa o dell’ufficio che come un computer standalone tuttofare, anche per la limitata dimensione di display e tastiera. Quando guardiamo il FlyBook pensiamo ad una potenziale utenza ben definita, ad un target costituito da rappresentanti, professionisti o imprenditori spesso costretti a brevi viaggi in aereo o in treno, o a dirigenti ‘corporate’ soggetti a frequenti e repentini spostamenti nelle aree interne alla propria azienda. L’autonomia, non certo ai vertici, permette un periodo d’indipendenza sufficiente alla gestione di file prima e durante l’incontro con un cliente, di una riunione, della presentazione di prodotti commerciale presso potenziali acquirenti.
Ad inizio di recensione, con l’intento di valutare l’ipotesi che il FlyBook possa ritenersi una concreta alternativa ai Pda, abbiamo accennato alla possibilità che tra il terminale in esame e i palmari ci siano ideali punti in comune. Forse inavvertitamente, li abbiamo già incontrati: il primo quando abbiamo fatto riferimento al touchscreen, caratteristica principe dei tablet ma, prima ancora, dei Pda; il secondo quando abbiamo pensato al FlyBook come ad un device da affiancare ad una postazione fissa, dotata di tastiera e monitor più ampi e comfortevoli.
Fra le insospettabili affinità troviamo poi dimensioni e peso. In auto, come a tracolla o sul risicato tavolino di un volo nazionale, il ‘portatile con le ali’ non risulta affatto ingombrante. Il display sensibile e ruotabile contribuisce alla sensazione di grande manegevolezza che, pur con grande sforzo immaginifico, può essere effettivamente raffrontata soltanto a quella dei device tascabili.
Un ultimo elemento in comune è dato dalle caratteristiche di ampia connettività, presupposto fondamentale nei terminali destinati alla mobilità totale (proprio come, ancora una volta non si arricci il naso, i Pda di ultima concezione).
Ad ogni modo, gli impegni che il Flybook assume implicitamente attraverso il suo evocativo nome, ed espressamente nelle presentazioni pubblicitarie di cui è oggetto, possono dirsi certamente rispettati.
In conclusione, un elenco sintetico di elementi favorevoli e sfavorevoli, che prenderemmo in considerazione nel valutare l’acquisto.
Pro:
– notevole ‘portabilità’ e maneggevolezza.
– Estrema connettività.
– Display touchscreen, leggibile anche in presenza di forte illuminazione esterna.
– Discrete prestazioni.
– Versatilità.
– Monitor ruotabile.
Contro:
– limitata autonomia.
– Probabile bug nel trackpoint.
Si ringrazia Widinet, distributrice ufficiale in Italia dei prodotti Dialogue, per aver reso disponibile il FlyBook oggetto della recensione.